E' un'esperienza così difficile da rendere in parole! Ma proprio questa è la sua forza. Proverò a darne qualche sensazione del tutto personale e ad aggiungere poi quello che ne hanno detto gli altri.
I partecipanti all'incontro erano una decina. Dopo un giro di presentazione (anch'essa attraverso il linguaggio del corpo!) abbiamo lavorato a coppie con "esercizi" che aiutavano la comunicazione e l'ascolto reciproco, sulla base del ritmo interiore aiutato da quello della ritmica musicale. E' stato un crescendo di scoperte!
Davvero posso muovermi diversamente da come abbia mai fatto sulle note del movimento dell'altro?
Sì ogni disegno nell'aria, ogni forma che prende il mio corpo quando mi fermo, ogni interazione, niente è a caso. Tutto è preziosissimo, udibile, osservabile, amabile.
Nella più assoluta semplicità delle indicazioni, come giocando, Maria Paola ci ha guidati in modo magistrale a gustare la Vita e la Parola che c'è nei nostri movimenti fino ad assaporarli insieme.
Tutti insieme infine, componendo sculture dell'anima attraverso quelle dei corpi...
E il risultato è stato accorgersi che ogni sapore, ogni intervento, ogni tinta non poteva mancare, senza di essa non sarebbe stato lo stesso: tutti i danzatori sono stati ugualmente importanti, chi non si alzava dalla sedia, chi volteggiava nell'aria. Quanta poesia e intensità di vita, può esserci nel comunicare con quella persona che non può parlare, ma il cui piccolo movimento diventa una grande sermone se lo ascolto con altro di me che non sono le capacità uditive dell'orecchio!
Qualcuno si domanderà "Cosa c'entra col pregare, col profetizzare, col credere?" Chissà se non è proprio questo che intendeva Gesù quando ha pensato all'amore che scorre nella sua Chiesa, nel suo corpo, le cui parti più deboli sono degne di maggior onore...?
Certamente Dio ci fa provare anche attraverso queste esperienze, qualcosa che per come siamo fatti e per come sono organizzate le nostre vite è difficile da realizzare. Quello che ancora mi dico è "ma come è difficile uscire dai nostri normali canoni di pensiero: non fare per competere, o per confrontare le capacità e le possibilità, ma per essere; non correre per afferrare ma accogliere e aspettare i tempi di tutti; non giudicare ma osservare con stupore...
non calpestare la vita ma fermarsi e danzare tutti nella libertà!"
Ho visto gli altri dubbiosi, poi curiosi poi commossi. Questo mi basta per andare avanti e continuare a promuovere questi momenti e il talento e la professionalità di Maria Paola Rimoldi e il coraggio e l'impegno di Davide Selva.
Saranno con noi anche alla conferenza della danza e quest'estate al convegno Agape.